La via vincente

Antonio aveva portato il suo migliore amico Leo a Milano, per mostrargli la finale della Lega della Lombardia. Il vincitore avrebbe partecipato alla Lega Nazionale, dove avrebbe gareggiato contro i venti allenatori migliori delle venti regioni italiane.
Era stato allestito un campo di battaglia davanti al Duomo di Milano, che venne completamente circondato da curiosi e fan di Pokémon provenienti dalle città circostanti. L'evento era talmente importante che si poteva seguire anche da diversi canali in TV. Antonio, tuttavia, aveva deciso di portare Leo sul luogo di battaglia perché secondo lui era molto meglio assistervi in prima persona che guardarla in TV. I due si trovavano nel bar all'ultimo piano della Rinascente, che si affacciava direttamente sul campo di battaglia.
- Bene Leo. Adesso vedrai il nostro amico Franco contro Angelo Scola. - spiegò Antonio. Franco era un esperto di Pokémon e, per arrivare a quel punto, aveva sfogliato almeno un centinaio di libri teorici, rovinandosi gli occhi ma arricchendo il cervello di nozioni. Angelo Scola, invece, era l'arcivescovo di Milano, che aveva deciso di partecipare alla lega regionale per mostrare a tutti la propria bravura nelle lotte Pokémon.
- Ecco che la finale della lega regionale di Lombardia ha inizio! - gridò il commentatore della lotta. La sua voce era amplificata a tal punto che si sarebbe potuta facilmente udire anche a chilometri di distanza.
Antonio guardava eccitato i due sfidanti posti uno di fronte all'altro in mezzo alla gigantesca arena sovrastata dall'imponente cattedrale gotica. Sperava con tutto il suo cuore che il suo amico Franco vincesse la finale.
- Bene... - disse Franco, messosi al punto giusto del campo di battaglia - Ho finalmente letto il mio ultimo libro sulle lotte di Pokémon. Vai Vanilluxe!
- Vai. Rayquaza - ribatté impassibile Angelo.

- Certo, Leo - rispose Antonio - Rayquaza salvò il nostro pianeta diverse volte dal temibile Deoxys. Veniva invocato grazie all'accorata preghiera di migliaia di fedeli. Adesso solo pochi pregano per far megaevolvere Rayquaza...
- E lo fanno per scopi inutili come battere una competizione - disse una vecchietta dai capelli bianchi, scuotendo la testa arrabbiata.
Il ragazzo ignorò la vecchia pettegola, che in quel momento stava masticando con foga un macaron al limone.
Intanto, Franco abbassò la testa, sorridendo meschinamente. I suoi occhiali brillarono colpiti da una luce vicina e s'intravidero per una frazione di secondo centinaia di complicatissimi codici che salivano verso l'alto sulle piccole lenti trasparenti.
- Megaevoluzione? Innescata da un'accorata preghiera? Che metodo di lotta primitivo! - e scoppiò in mille risate, per poi comandare al proprio Pokémon di utilizzare una lunga serie di mosse, i cui nomi erano talmente sconosciuti e difficili che il commentatore faticava a stargli dietro.
Rayquaza, ghiacciato e congelato, cadde al suolo, davanti allo sguardo attonito di Angelo Scola.
- Eeeee... Ha vinto Franco Hu con Vanilluxe! - gridò entusiasta il telecronista.
Antonio applaudiva, mentre la vecchietta dai capelli bianchi continuava a dire "Gli sta bene!" con pezzi di macaron masticati e bavosi che le uscivano dalla bocca sdentata.

La Piazza del Duomo era gremita di turisti, spettatori e curiosi, che cercavano di ricevere un autografo da Franco (firmava così: <campione>FR4NC0<campione>). Il giovane prodigio vide all'improvviso i suoi amici Antonio e Leo, e gridò: - Come si suol fare, io taggo voi due! Sì. Vi ho taggati!
Il commentatore urlò, dopo un grido di meraviglia da parte della folla: - Franco ha taggato due giovani sconosciuti!
Antonio guardava tuttavia Leo con un'aria persa. - Che significa...?
La vecchietta con la bocca piena di macaron comparve all'improvviso, dicendo: - Sì, la roba fatta da voi giovani... Significa che siete costretti a partecipare alla prossima lega... - e si dileguò nella folla scuotendo la testa.

Era tardissimo e Antonio si lavava i denti insieme al suo Lucario. Leo ormai era tornato a casa sua e, secondo il ragazzo, era di sicuro molto più agitato di quanto lo fosse lui.
Dopo essersi sciacquato la bocca, guardò negli occhi il suo Pokémon ed esclamò: - Riusciremo ad entrare nella lega, ci puoi scommettere! Di sicuro non la vinceremo, ma riusciremo almeno a passare l'esame di qualificazione!
Il Pokémon finì di lavarsi i denti e si diresse silenzioso verso la sua camera. "Almeno sa più mosse rispetto al Gliscor di Leo. Sono seriamente preoccupato per lui" pensò l'allenatore con un triste sorriso.
Era già ora di dormire, ma Antonio cercò di consolare Leo inviandogli un messaggio sul telefonino.

Scusa se ti disturbo a quest'ora. Ho visto che domani si tiene una piccola competizione del tipo Lega Pokémon nell'anonimo paese della tua nonna, Bodio Lomnago. Sarà quasi una cosa di famiglia. Possiamo iniziare lì.

Antonio, l'allenatore non-esperto-ma-più-bravo-di-Leo sorrise, guardando l'amico con un gomito poggiato sulla spalla di Lucario. - Quale allenamento? - chiese - Guarda che la competizione inizia subito dopo pranzo! E sarai il primo ad scendere in campo. Ci siamo iscritti all'ultimo momento. Io sarò il secondo a lottare!
Diede all'amico un sandwich, anche se sapeva che non ne avrebbe preso nemmeno un morso dall'ansia.

La competizione ebbe inizio all'una del pomeriggio e c'erano una cinquantina di persone che assistevano all'evento. Il commentatore, Lorenzo Bossi, ringraziava tutti coloro che avevano collaborato alla realizzazione di quella Lega Pokémon.
Il tutto si svolgeva al centro di Bodio, contornato da vecchie case e da un nuovo ufficio postale in legno.
- E adesso... Diamo il via!! Leоnardо Ryо Bоgni contro Adolfo Ceccia!
All'improvviso, circondato dalla famiglia che lo incoraggiava, apparve un ragazzo con una maglietta con scritto "I Pokémons". - VAAAAAI GALLADE CUORICINO! - gridò quello, la voce che diventava sempre più acuta secondo dopo secondo.
'Gallade cuoricino' comparve nel campo, dopo essere uscito da una Poké Ball piena di sticker, che era stata lanciata da una mano molle come un budino.

Edited by Bowser Junior - 28/11/2021, 21:12

Adolfo Ceccia iniziò a divincolarsi sul posto, puntando prima il dito in aria e poi mettendosi le mani nei capelli. Strizzava costantemente gli occhi, strabuzzandoli a tal punto da renderli due esili fessure.
- Usa Danzaspada, Gallade cuoricino! - gridò il ragazzo. Regnava un silenzio imbarazzante, interrotto di tanto in tanto dal suo fratellino, che urlava: - Usa qualche mossa forte!
- Doppioteam allora! - disse all'improvviso l'allenatore, colpendosi la testa con un dito come se gli fosse venuta l'idea del secolo.
Gallade voleva picchiare quel debole Gliscor, ma non riusciva a far nulla per via del suo schifoso set di mosse. Continuavano a sprizzare cuoricini dal suo corpo e si divincolava come se fosse posseduto, con una faccia del tipo 'non voglio più vivere in questo mondo'.
- Danzaspada, Doppioteam, Attrazione e Cuorerosa! - urlò Adolfo, saltellando sul posto e sollevando le braccia a mo' di ballerina aggraziata.
- Il Gallade di Ceccia sembra posseduto - commentò ad alta voce Lorenzo Bossi - Sembra che si stia muovendo come comandato da un video gamer inesperto! E invece... WOW! Il Gliscor di Leonardo!
Il fratellino di Adolfo sbruffò: - Quel Gliscor sa solo Azione, è una mezza calzetta. Se Gallade non avesse dimenticato la mossa forte che il babbo gli aveva dato alla Fiera delle MT, sarebbe molto più forte...
Adolfo Ceccia si girò prima verso il commentatore, poi verso il fratello, e gridò arrabbiatissimo, congiungendo le mani davanti al petto fino a formare una specie di triangolo: - Questo NON SI CHIAMA GALLADE! Chiamatelo Gallade Cuo-ri-ci-no! - finì, agitando la testa ad ogni sillaba pronunciata dell'orrido soprannome del Pokémon.

Edited by Bowser Junior - 27/8/2016, 16:37

Il Gallade di Adolfo Ceccia cadde a terra in preda alle convulsioni. Sembrava che si volesse spaccare la testa sul terreno, per porre fine a quella miserabile vita. Il padrone fermò quello strazio facendo tornare il Pokémon nella Poké Ball ricoperta di sticker.
- Bene! - esclamò Lorenzo Bossi - Adesso, invece, tocca ad Antonio Castagnazzo e a... Lorenzo Bossi!! - urlò, indicandosi da solo col microfono. Dalla folla partirono diversi incoraggiamenti indirizzati a Lorenzo, dato che a Bodio Lomnago nessuno conosceva Antonio.
Antonio sorrise, anche se Lucario era un po' preoccupato. - Non c'è da preoccuparsi - disse - Sei un Lucario!
Lorenzo lanciò in aria la Poké Ball, dalla quale uscì un banale e minuscolo Chatot. Prima che il commentatore potesse dire qualcosa, Antonio aveva già ordinato al proprio Pokémon di sparare una raffica di Forzasfere, che avevano immediatamente ridotto il già schifoso pappagallo in uno schifo ancora più indecente (tipo il pollo arrosto che mangiate sempre a tavola).
Asciugatasi una lacrimuccia, Lorenzo (che non aveva nemmeno avuto l'occasione di far vedere al pubblico le mosse del proprio Pokémon) disse al pubblico con una voce tutt'altro che entusiasta: - Bene. Adesso siamo alla finale della lega di... ehm... Bodio Lomnago. Chris... cioè, Antonio Castagnazzo contro Leo Ryo Bogni o quel che l'è. Che la gara abbia inizio.
Antonio sorrise in modo perfido, guardando negli occhi l'amico dall'altra parte del campo.

Antonio teneva le braccia incrociate e gli occhi socchiusi: sorrideva meschinamente, ma non lo faceva per offendere l'amico Leo. Questo era il suo tipico atteggiamento davanti a quelli più deboli: un atteggiamento di insulsa superiorità.
- Forzasfera! - esclamò. Inizialmente Lucario aveva mancato l'attacco, ma, evitato un banale Azione di Gliscor, riuscì a centrare in pieno l'affersario.
- E ora finisci con Palmoforza! - disse Antonio. Il suo Pokémon mise la zampa sul povero Pokémon a terra, facendo poi partire un luminosissimo colpo secco, che lo ridusse sotto al palco, sfondandolo.
Lorenzo Bossi, ormai del tutto disinteressato alla Lega di Bodio Lomnago, annunciò con l'entusiasmo di un bradipo spaparanzato sul divano: - E la Lega di Bodio Lomnago è stata vinta da Antonio Castagnazzo.
La folla si dileguò immediatamente. Solo Adolfo Ceccia si era fermato davanti al ragazzo per fargli i complimenti.
- Ehi, sei proprio bravissimo! Mentre io sono più portato per le gare. Ehi, ma com'è che hai preso questo Pokémon? Com'è che sei così forte? Cosa c'era a New York? - le domande di Ceccia erano interminabili e Christian non le stava ascoltando nemmeno. All'improvviso l'impertinente chiese: - Posso toccare il tuo Lucario?
- Ehm... Fai come vuoi... - rispose l'altro, nonostante lo sguardo di assoluto rimprovero da parte del Pokémon. Adolfo iniziò a toccare Lucario, esaminandolo come un archeologo davanti a un reperto di grande importanza, sollevandogli i piedi e le appendici sotto alle orecchie.
Antonio intanto si avvicinò a Leo: - Scusa... - disse, accarezzando affettuosamente la testa di Gliscor - Se vuoi possiamo allenarci. Neanch'io sono bravo a dir la verità. Ho vinto solo qui perché questo luogo è un'anonima topaia. Dove vorresti andare a perfezionare la tua tecnica? (che comunque sei arrivato al secondo posto, perciò in teoria ti spetterebbe la medaglia d'argento)

Antonio afferrò la medaglia di Leo e la spezzò in due. - Ahaha! È questa la tua prima medaglia! Un cosino in plastica! Le medaglie delle leghe cittadine valgono davvero poco. Se davvero vuoi una medaglia importante, devi sconfiggere un Capopalestra!
Il ragazzo sapeva che a Bodio Lomnago (nonostante fosse un luogo anonimo) c'era una palestra davvero prestigiosa, che faceva da concorrente persino a quella di Varese. Era la palestra della temibile Angela. La nonna di Leo.
- Ehi Leo - disse Antonio all'improvviso, mentre apriva le braccia per accogliere un Lucario tutto malmenato da Ceccia - Andiamo ad allenarci da Emanuele Boldresti. So che ci sono alternative molto migliori, ma ci sono voci che dicono che da suo padre ci siano persino dei Charizard.

Antonio era sul treno per Milano insieme al suo amico. I due avevano conosciuto Emanuele Boldresti su Internet: era un bambino che caricava un video al giorno su YouTube, dove parlava di cultura, attualità e faceva futili riflessioni. I titoli dei suoi video andavano dal banale "saluto" a "qual'è il tuo bòketmon prefferitto?". Quell'inquietante bambino parlava con una terribile pronuncia blesa che, insieme a un tono di voce bassissimo e a una scarsa capacità di scandire le parole, rendevano i suoi discorsi incomprensibili.
Da poco la famiglia Boldresti, dal lontano Sud, si è trasferita a Milano, dove ha iniziato un'attività di allevamento Pokémon (come le pensioni ma a livello più 'industriale').
Mentre Antonio era assorto nei pensieri, arrivò un gruppo di adolescenti ormonati delinquenti. Il vagone del treno era vuoto.
- Ehi - disse il più alto - Che ci fate qui? Vorremmo sfidarvi in una battaglia Pokémon, bambini!
- Non ho tempo - ribatté tranquillo Antonio - Se volete dei soldi andate a sfidare qualcun altro.
- Vuoi botte? Vai Scrafty!
Antonio sospirò e guardò Lucario, che era seduto di fianco a lui. I due fecero entrambi un leggero cenno con la testa.